giovedì 16 gennaio 2014

Consulenza per i genitori separati e i loro figli.

L’avere i genitori separati presenta un certo grado di complessità e richiede ai ragazzini capacità di adattamento, ad es. nell'avere due case e due nuclei familiari, nel gestire il passaggio dall'uno all'altro e la separazione temporanea da un genitore per stare con l’altro.

Come tutte le esperienze che richiedono uno sforzo di adattamento creativo - ogni ragazzino infatti trova il proprio modo personale di stare nella separazione dei genitori- nel momento in cui le si vive, offrono occasioni di apprendimento e di collaudo di sé.

Ci sono però caratteristiche delle separazioni, che possono rendere più difficile e doloroso l’adattarsi a tale situazione. In base alla mia esperienza di counseling con genitori e ragazzi, vorrei sottolinearne in particolare due significative:
1.    Il primo caso si verifica quando la separazione porta ad un allontanamento e perdita della frequentazione regolare di uno dei due genitori, in genere il padre, talvolta della madre. In tale evenienza il ragazzino vive un dolore della perdita e un sentirsi abbandonato, di cui è difficile darsi una spiegazione, e spesso se ne attribuisce la colpa ( “se fossi stato più bravo o più importante per i miei genitori, non si sarebbero separati o mio padre non se ne sarebbe andato…”)
2.    Il secondo caso si verifica quando permane una situazione di forte conflitto e di sofferenza nei confronti della separazione, da parte dei genitori stessi o di uno dei due. Questo può portare il ragazzino a sentire di tradire o di fare un  torto ad un genitore se vuole bene anche all’altro, soprattutto quando avverte un genitore più debole o addirittura “vittima”. Il ragazzino cioè non si sente libero di voler bene ad entrambi i genitori, pur con i loro limiti e con i normali conflitti ad es. sulle regole, tipici della preadolescenza ma presenti anche in precedenza ( “voglio fare a modo mio ma mi aspetto anche aiuto, sostegno, una realtà che mi assecondi…”)

E’ importante, dunque, che entrambi i genitori facciano lo sforzo di essere presenti per come riescono, e che non si adoperino per allontanare l’altro dalla vita dei figli. E’ comprensibile provare sentimenti di rabbia, di delusione nei confronti di un partner da cui ci si è separati per i più svariati motivi; però è importante fare un passo indietro, considerando che come padre o madre può essere meglio o comunque diverso da come è stato come compagno/a, e che è corretto e formativo che sia il figlio a fare le proprie valutazioni.

I ragazzini hanno bisogno di entrambi i genitori ed è importante che si sentano liberi di vivere il rapporto con loro e di prendere le proprie misure con i limiti e le ricchezze di esso, tanto più nella preadolescenza, in cui ne avvertono di più il bisogno e soprattutto hanno più risorse per confrontarsi realisticamente con i propri genitori.


Lo sforzo di adattamento ad una situazione di separazione dei genitori è presente e richiesto, come si diceva all’inizio, compreso talvolta l’adattamento ad un nuovo compagno della mamma o compagna del papà; può essere faticoso ma è un’esperienza di apprendimento, come tutte le relazioni con ciò che è altro da noi, che magari non ci asseconda, che ci complica un po’ la vita, che ci richiede sia adattamento che creatività e strategia, ma che costituisce allenamento per tutte le “separazioni” di cui è costellata la crescita e la vita stessa: separazione dal mondo protetto e dorato dell’infanzia, dalle immagini ideali di sé e degli altri, dai genitori stessi, per addentrarsi maggiormente nel mondo sociale allargato e nelle responsabilità della vita adulta.

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